Wednesday, May 23, 2007

Iraq, come proteggere i media

Di fronte a una situazione che si fa ogni giorno più insostenibile, i giornalisti e gli operatori dell'informazione iracheni hanno deciso di non restare più a guardare. E di organizzarsi.Una strategia nazionale per la sicurezza dei media è il risultato del convegno di due giorni che si è tenuto il 10 e l'11 maggio ad Arbil, nella regione a maggioranza kurda del nord Iraq – finora rimasta relativamente al riparo dalla violenza che infuria nel resto del Paese.Dall'iniziativa è uscito un "manifesto", che descrive una serie di azioni specifiche da promuovere per tentare di proteggere giornalisti e operatori dei media, o quantomeno ridurre i rischi che oggi incontrano nello svolgere il proprio lavoro.Lo strumento che gli operatori dell'informazione iracheni hanno deciso di darsi è una rete per la protezione dei media (IMSG) – un gruppo indipendente che sarà composto da rappresentanti della comunità irachena dei media (compresi anche giornalisti stranieri le cui testate abbiano una presenza significativa in Iraq) e avrà il compito di dare attuazione al programma messo a punto nell'incontro. (...) Nel frattempo, il governo iracheno ha iniziato a mettere in pratica la recentissima direttiva del ministero degli Interni, che vieta a fotografi e cineoperatori di recarsi sul posto quando avvengono attentati.Il 15 maggio, nella centrale piazza Tayaran, a Baghdad, la polizia ha sparato in aria per disperdere un gruppo di giornalisti che si erano radunati dopo l'ennesima esplosione, in cui erano rimaste uccise almeno sette persone.Le nuove disposizioni sono state condannate sia da Reporters sans Frontières che dall'International News Safety Institute (INSI) - due organizzazioni internazionali che lavorano per la libertà e la sicurezza dei media. Osservatorioiraq

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