Wednesday, June 13, 2007

Da sei anni a Guantanamo


Il cameraman sudanese di Al-Jazira, Sami Al-Haj, è entrato oggi nel sesto anno di detenzione nella base militare americana di Guantanamo, senza capi di accusa e senza essere stato processato. Reporters sans frontières, che ha incontrato la famiglia del giornalista in Sudan, lo scorso 19 marzo, sottolinea nuovamente che questa detenzione è incostituzionale e contraria al diritto internazionale. L’organizzazione auspica la chiusura della base di Guantanamo, uno dei peggiori scandali giuridici ed umanitari degli ultimi anni. "Come osa il governo degli Stati Uniti dare lezioni in materia di diritti umani quando i suoi stessi rappresentanti non li rispettano? A due riprese, la Corte suprema ha definito “incostituzionale” la detenzione dei presunti “nemici combattenti” a Guantanamo. Lo scorso 7 giugno, il Comitato giudiziario del Senato americano si è pronunciato in favore del ripristino del diritto all'Habeas Corpus, da applicare a questi prigionieri: questo comporterebbe la loro comparizione davanti a delle giurisdizioni civili e non militari. Infine, lo scorso 11 giugno, una corte di appello federale, mentre esaminava il caso di un individuo detenuto nella Carolina del Sud, ha ricordato che il Presidente non ha il potere di esigere dall’esercito l’arresto e la detenzione indefinita dei prigionieri. I testi e la giurisprudenza impongono oggi la liberazione di Sami Al-Haj", ha dichiarato Reporters sans frontières. Assistente cameraman dell’emittente satellitare araba Al-Jazira, padre di un bambino, Sami Al-Haj è stato arrestato nel dicembre 2001 alla frontiera tra l'Afghanistan e il Pakistan dalle forze di sicurezza pachistane. Accusato senza prove di essere affiliato ad Al-Qaïda, il giornalista è stato consegnato, il 7 giugno 2002, all’esercito americano che, il 13 giugno dello stesso anno, l’ha trasferito a Guantanamo. Nessun capo di accusa è stato formulato nei sui confronti dal giorno del suo arresto. Secondo quanto ci riferisce il suo avvocato, Clive Stafford-Smith - che in passato è stato minacciato dalle autorità della base militare -, il giornalista ha cercato di far valere i suoi diritti e ha iniziato uno sciopero della fame nel mese di gennaio 2007 ( comunicato del 6 marzo 2007) ma è stato costretto ad interromperlo, obbligato a mangiare dalle sue guardie carcerarie.

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