Tuesday, October 16, 2007
Come aggirare la censura a Cuba
«Generación Y è un blog ispirato a gente come me, nata a Cuba negli anni 70 e 80 e segnata dai giocattoli russi, le fughe illegali e la frustrazione» scrive Yoani Sánchez in Desdecuba, prima di tuffarsi in una accorata critica di Fidel Castro e del suo regime che «non capiscono nulla dei nostri problemi». In Havanasciti Tension Lia si affida alle immagini, più che alle parole, per denunciare il profondo degrado dei tesori architettonici dell’Avana, un tempo il gioiello dei Carabi. Yoani e Tension Lia sono la punta di diamante di un fenomeno in crescita a Cuba: i blogger indipendenti che si sono scavati una breccia nel muro censorio del regime castrista, riuscendo a trasmettere al mondo una versione quotidiana realista e incensurata della vita sotto Fidel. Un’impresa tutt’altro che facile nell’isola votata da Reporters sans Frontières «uno dei 13 Paesi nemici di Internet» - insieme, tra l’altro, a Cina, Arabia Saudita, Iran e Siria - , perché in vario modo tiranneggiano gli utenti Internet e reprimono la libertà di espressione online. Per aggirare il Grande Fratello, la Sanchez si camuffa da turista, finge un accento tedesco e si infila nella hall degli sfarzosi alberghi della capitale. Poi si siede ai tavoli riservati agli stranieri e sborsa sei dollari all’ora – due settimane di stipendio medio per un cubano – per una connessione Internet non controllata che le consente di accedere al suo sito, rigorosamente ospitato da server esterni. Alessandra Farkas
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