Monday, October 01, 2007

Come calcolare i rischi


Kabul. Oggi ho intervistato due capi talebani. Ne è nata una discussione sul mestiere di reporter che può interessare qui. Barba mi ha chiesto: "Mi intriga un pò cercare di immaginare e capire il metro con cui riesci a valutare il rischio. L'esperienza può essere una componente ma non può essere solo intuizione (pur se dettata dall'esperienza) Sarebbe come giocare a testa e croce o alla roulette russa".

E invece sì. Quando hai esperienza, cioè un passato alle spalle dove magari hai commesso anche errori (per fortuna non fatali) l'intuizione è decisiva.
Partiamo da un presupposto. La nostra vita, in certi posti, la mettiamo in mano ai nostri stringers. Dunque intanto è importantissimo questo rapporto. Con Shafique a Kabul lavoro dal 2001, per arrivare "oltre" bisogna conoscersi bene. Come con Mahdi a Baghdad che mi ha salvato la vita. Con loro il rischio di essere venduto, che è il più alto, per esempio non c'è. Conosco le famiglie, ci vogliamo bene. Te ne potrei raccontare tante. A Mogadiscio per esempio Mohammud non si fidava neppure di me, cambiava sempre percorso e appuntamenti, perchè - diceva - io ti sono fedele ma ho tre figli e...se devo scegliere fra te e loro chi scelgo? In genere si fa un passo per volta. A Medellin, in Colombia, ho cambiato quattro autisti prima di azzardarmi a chiedere di portarmi nel covo di Pablo Escobar.
Partendo da questo, si arriva ai contatti. Devi credere nei contatti, in quelle che noi chiamiamo fonti. Non solo per rischiare la vita, ma anche nel dare certe notizie esclusive. Nel caso, famoso, di Farouk io mi sono fidato di Graziano Mesina (e lui di me). Ci siamo annusati per settimane prima di fidarci.
Mastrogiacomo a Kandahar, e anche i due funzionari del Sismi a Herat, hanno evidentemente sbagliato contatti. Non ci giriamo intorno: sono stati venduti.
C'è un'ultima componente. Devi stare nel "tuo" territorio, cioè quello del tuo stringer. Mahdi non l'ho portato a Najaf. Shafique a Kabul è copertissimo: è un tagiko in una città tagika, ha combattuto per anni i russi dietro il comandante Massoud da mujaeddin, a Kabul conta, l'ho visto: mi porta da tutti, a qualsiasi livello, mi fa entrare in Afghanistan senza visto, abbraccia ministri e capi della polizia. A Kabul sto nelle sue mani e mi fido ciecamente. Non andrei mai con lui in terra pashtun, men che meno a Kandahar.
Credo di essermi spiegato. Caro Barba, sembra incredibile ma come al solito è sempre la testa al centro di tutto. A parte il culo.

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