Wednesday, December 12, 2007

Minacce ai giornalisti croati


In una sola settimana i giornalisti croati hanno subito tre brutali attacchi, che, nonostante nessuno sia stato aggredito fisicamente, hanno fatto rabbrividire l’opinione pubblica. I messaggi inviati ai giornalisti non erano solo decisamente offensivi, umilianti e volgari, ma anche piuttosto pericolosi, con minacce a cui in futuro potrebbero trovarsi a far fronte. Davanti all’ingresso del Tribunale distrettuale di Rijeka, dove si giudica Joso Mraovic, imprenditore e proprietario di un hotel a Gospic, per violenze nei confronti della giocatrice di basket americana Ilisha Jarrett, e davanti a tutti i giornalisti presenti l’accusato ha gettato uno straccio ricolmo di ossa bovine. Appellando i giornalisti "coyote", Mraovic ha detto di aver portato le ossa per farle rosicchiare da questi ultimi. “Eccovi cani, coyote, razza di banditi, rosicchiate, adesso avrete di che scrivere”, ha urlato Mraovic. A Gospic, nella provincia croata della Lika, dove Mraovic vive e lavora, a causa del suo atteggiamento che lì ha adottato lo chiamano “il Tudjman della Lika”, e quanto sia potente in questa città lo testimonia anche la scandalosa sentenza emessa per lo stesso delitto per il quale adesso viene giudicato di nuovo presso il tribunale di Rijeka. Mraovic è accusato di stupro, nella fattispecie di essere entrato, nel suo hotel, nella camera della cestita americana e di averle con violenza infilato un dito nell’ano. Al processo di Gospic Mraovic è stato prosciolto e il giudice in motivazione della sentenza ha detto che né il dito né l’ano sono organi genitali pertanto il mettere un dito nell’ano non può essere paragonato allo stupro perché in quel caso “qualsiasi stretta di mano indesiderata potrebbe essere equiparata allo stupro”. Questa incredibile sentenza è stata annullata dall’Alta corte croata, e Mraovic adesso viene giudicato a Rijeka, dove ha scagliato la sua arroganza e il suo primitivismo contro i giornalisti. OsservatorioBalcani

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