Saturday, May 26, 2007

Il fuoco amico

Erano stati uccisi a Baghdad, a un checkpoint dell'esercito Usa, nel marzo 2004. Ali al Khatib e Ali Abdul Aziz, corrispondente e cineoperatore di al Arabiya, stavando andando in macchina verso l'hotel Burj al-Hayat, che era stato colpito da alcuni missili.Una inchiesta del Pentagono aveva concluso che i due giornalisti iracheni si erano trovati in mezzo al fuoco incrociato, e la loro morte era stata provocata da "fuoco indiretto", mentre l'obiettivo delle forze Usa era una Volvo Bianca, che non aveva rallentato nell'avvicinarsi al checkpoint.L'inchiesta aveva scagionato i soldati americani coinvolti nell'incidente, dicendo che la sparatoria "era giustificata in base alle regole d'ingaggio vigenti", e che gli operatori della televisione araba non erano stati colpiti di proposito.Ora le conclusioni dell'inchiesta, che risale a fine marzo 2004, sono state messe in discussione dal Committee to Protect Journalists (CPJ), una organizzazione di monitoraggio dei media con sede a New York, che è riuscita a procurarsi il rapporto del Pentagono, e ne ha sottolineato le numerose contraddizioni.“Salutiamo con favore il fatto che questo rapporto investigativo, che getta luce su un tragico incidente, sia stato reso pubblico”, dice il Direttore esecutivo del CPJ, Joel Simon, in un comunicato diffuso dall'organizzazione. “Tuttavia, il fatto che i resoconti dei diversi testimoni non collimino del tutto fra loro è preoccupante, e lascia aperta la possibilità che informazioni potenzialmente dannose siano state ignorate o non considerate appieno".Nel documento con cui il CPJ controbatte alle conclusioni dell'inchiesta del Pentagono con una ricostruzione assai dettagliata dei fatti vengono sottolineate in particolare tre questioni. OsservatorioIraq Questa storia mi ricorda qualcosa... Topoandrea

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