Friday, May 04, 2007

Libertà per Monem


In carcere da oltre due settimane il giornalista che in Egitto ha traghettato l'Ikhwan su Internet. La blogosfera egiziana si mobilita. Il mondo no (nella foto, il banner della petizione per liberare Abdel Monem Mahmoud). “La gente non ha bisogno di qualcuno che le parli delle preghiere o del velo. Dobbiamo cambiare il nostro discorso politico. Dobbiamo insegnare alla gente a pretendere la libertà e la vita come persone libere. La libertà è più importante che riempire i pacchi dono per il Ramadan. Lottare per la libertà è più importante che appiccicare sui muri manifesti che chiedono preghiere. La libertà è la priorità ultima”. Parola di Abdel Monem, il blogger divenuto l’icona della nuova generazione dei Fratelli musulmani egiziani. Era stato lui a traghettare l’Ikhwan su Internet, a spingere per un sito in inglese che mettesse nella realtà virtuale le posizioni del più grande movimento di massa islamista di tutto il mondo arabo. Era stato lui, soprattutto, a far emergere l’altra faccia della Fratellanza: i giovani, quelli che sino a qualche mese fa erano totalmente coperti dal peso dell’establishment, dai vecchi e dalla generazione dei cinquantenni. Di lui, la blogosfera egiziana sapeva tutto. Perché aveva dato prova di quanto fosse lontano dagli stereotipi sviluppando il suo diario virtuale personale, che già dal nome – Ana Ikhwan, Io Sono un Fratello – dice tutto. Io sono un fratello musulmano, e ora vi spiego chi siamo: la sostanza del suo sito era quella. E come se non bastasse, a smentire gli stereotipi c’erano anche le foto. Le foto di un giornalista di 27 anni, capelli corti, giacca e camicia all’occidentale, molti sorrisi miti. Tutto, insomma, salvo lo stereotipo del “fratello”: niente barba, insomma, e niente galabeyya. Forse è stata proprio questa evidente autonomia, questa ondata di novità a creare attorno ad Abdel Monem Mahmoud una ondata di simpatia da parte degli altri blogger, di tutte le casacche politiche o ideologiche. Lettera22

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