Tuesday, June 26, 2007

Hamid Mir minacciato di morte


"Sono un uomo fortunato" sostiene Hamid Mir con amarezza, "fortunato perchè ancora vivo. Per quanto ancora non so...ma oggi sono ancora vivo". Hamid Mir ha dovuto lasciare in fretta Islamabad insieme alla sua famiglia, dove svolgeva il suo lavoro alla GeoTv pakistana come inviato e conduttore della trasmissione di approfondimento politico 'Capital Talk' dopo le numerose minacce di morte ricevute nei giorni scorsi. "E' passato poco più di un anno da quel tragico 19 giugno 2006 quando venne ritrovato ucciso il mio collega e carissimo amico Hayatullah Khan tra le pietre di un villaggio del Waziristan (un territorio tribale non lontano dal confine con l'Afghanistan), i suoi polsi portavano ancora le manette e al centro della fronte un evidente segno di una pallottola. Un'autentica esecuzione. La barba lunga e trascurata, i vestiti laceri mi hanno fatto capire che Khan venne a lungo torturato prima di essere ucciso. Hayatullah Khan venne rapito il 5 dicembre 2005 e non si seppe più nulla di lui fino al ritrovamento del suo corpo un anno fa." "La 'colpa' di Khan era quella" - sostiene Hamid Mir - "di aver lavorato con me alla realizzazione di un reportage su una strage di civili compiuta dall'esercito pakistano e dagli uomini dell'ISI (i servizi segreti di Karachi) nella regione del Waziristan. Le autorità pakistane ci avevavo minacciato più volte mettendoci in guardia dal diffondere il nostro reportage che dimostrava come fosse lampante la responsabilità dei militari e dell'intelligence pakistana in quella odiosa strage di civili compiuta durante un'operazione antiterrorismo." "Non esitammo a definire 'terroristi' gli ufficiali che ordinarono la strage" continua Hamid Mir "e questo costò la vita a Hayatullah Khan, sequestrato, torturato e ucciso da sicari di quelle stesse autorità che erano dietro la morte di quei civili, anche se il rapimento venne attribuito a semplici banditi di strada. Ma io so che non è andata così... Già nei giorni immediatamente successivi alla messa in onda del reportage Khan venne minacciato di essere ucciso se non avesse abbandonato la professione di giornalista e chiedesse pubblicamente 'scusa'. Ma Khan, coraggiosamente, rifiutò di piegarsi alle minacce."

E ora di nuovo quelle stesse minacce di morte che hanno portato alla morte di Hayatullah Khan tornano a colpire Hamid Mir, giovane e brillante giornalista pakistano, 41 anni, scrittore e reporter di grande valore e cultura. L'unico reporter al mondo ad aver intervistato tre volte Osama bin-Laden, e l'ultima intervista allo sceicco saudita realizzata dopo l'11 settembre è universalmente considerato il più grande scoop giornalistico degli ultimi sei anni. "Non possono impedirmi - nessuno può farlo - di fare il giornalista, ora certo sono costretto a vivere in condizioni di altissima vigilanza e mettermi in salvo con la mia famiglia. Una scelta obbligata quella di proteggere i miei familiari. Sono felice e fiero di avere una famiglia eccezionale composta da mia moglie e dai miei due figli ancora adolescenti che mi hanno sempre sostenuto in questi difficilissimi anni di lavoro tra Pakistan e Afghanistan. Io stesso appartengo a una famiglia di giornalisti, mio padre Waris era un columnist e un professore di giornalismo all'Università del Punjab, a Lahore. I miei due fratelli e anche mia moglie sono giornalisti....Nessuno potrà impedirmi di fare il giornalista. Dovranno uccidermi per impedirmelo.." "La situazione attuale in Pakistan è gravissima e mi aspetto gravi incidenti e un'ondata di attentati durante il mese di luglio, oltre che un ulteriore limitazione della libertà di stampa. La televisione per la quale lavoro è stata assaltata e parzialmente distrutta dalle forze speciali dell'esercito pakistano, le minacce di morte contro di me e contro la mia famiglia hanno ormai superato il livello di guardia, è stato impedito a me e ai miei collaboratori di entrare in Parlamento, il mio programma televisivo di approfondimento politico 'Capital Talk' è stato limitato nelle durata e nei giorni di emissione, oltre che essere sottoposto a un'isopportabile censura preventiva... Ormai non mi restava altro dare che portare in salvo la mia famiglia e sperare nella protezione di Dio..."

Prima di salutare Hamid, manifestandogli tutta la mia solidarietà e impegnandomi a difenderlo in ogni contesto gli pongo due domande: Sapresti dire dove si trova ora Osama bin-Laden? "Osama vive lungo il confine tra Pakistan e e Afghanistan. Io non ho contatti diretti con lui, né con suoi intermediari. Ma se mai volesse parlare con me saprebbe bene dove e come trovarmi..." E' vero che hai pronto, ma ancora nel cassetto, un altro dei tuoi 'scoop' su Osama? "Beh...diciamo che ho finito di raccogliere materiale eccezionale e inedito e di scrivere la biografia completa di bin-Laden dal 2001 a oggi... Ora non mi resta che trovare un editore per fare uscire il libro il prima possibile..." Roberto di Nunzio Un giornalista coraggioso

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