Tuesday, November 06, 2007

Addio a un grande maestro


E' morto Enzo Biagi, l'ultimo cronista

Tutti invocano un successore perchè c'è la paura, anche qui, che uno come Biagi non ci sarà più. Proprio nel momento in cui c'è assoluto bisogno di un giornalista libero, un baluardo, una buona coscienza. Certo, nessuno potrà seguire le sue orme perchè nessuno può sostituire Biagi ma le orme di un maestro restano sempre. Me ne rendo conto leggendo di lui, i tanti aneddoti, la sua vita e la sua storia. Sono lontanissimo anni luce da un autentico monumento della professione che neppure ho mai conosciuto, eppure leggendo quello che ha detto e scritto, mi ci ritrovo molte volte. Significa che quelle orme sono dentro di noi, che inconsapevolmente ci siamo fatti trascinare tutti dalla sua passione e dalla sua pulizia. E per uno della mia generazione probabilmente è stato un esempio come il suo a portarmi su una strada che ho già definito difficile ed esaltante. Intanto professionalmente tutti noi siamo suoi discepoli anche sul piano tecnico: ha insegnato a tutti come si raccontano i viaggi. I viaggi: dentro i luoghi e dentro le persone. Il sistema è quello, il suo, e tutti noi abbiamo "copiato" sia sui giornali che in televisione. Ma soprattutto mi colpiscono le coincidenze con i pensieri, che scopro solo adesso. Diceva: "Avrei fatto il giornalista anche gratis, menomale che i miei editori non se ne sono mai accorti". Beh, io sempre detto: da piccolo sognavo di viaggiare e di scrivere. Ci sono riuscito con un lavoro solo: e mi pagano anche. Da ragazzo mascherava le sue origini popolane e l'ho fatto anch'io. Soprattutto nonno Enzo ha sempre rivendicato orgogliosamente, alla larga dagli intellettualismi, il suo essere cronista. Sembrava un vezzo: anche questo me lo fa sentire vicinissimo. Mi piace soprattutto il suo testamento spirituale: "Dietro di me non c'è altro che la mia coscienza, nei miei programmi futuri soltanto la tomba. Che vorrei, è ovvio, più lontana e con una lapide: 'Scrisse quello che poteva, mai quello che non voleva. Amen". Un maestro è un maestro anche perchè è capace di lasciare il senso di una vita con una sola riga. L'ho sempre pensato e qui spesso l'ho ripetuto. La vera libertà di un cronista è non scrivere quello che non vuole. Non ha purtroppo la forza di poter scrivere quello che vuole. Altrimenti, forse, il mondo sarebbe diverso.

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