Monday, December 03, 2007
In diretta da Kabul
Kabul - Siamo arrivati quando la luce cominciava ad andare via, intorno alle quattro di pomeriggio (tre ore e mezza dopo il vostro mondo). Ed è il momento più caotico poichè scatta quello che è ormai definito un coprifuoco naturale, cioè spontaneo non imposto per legge ma solo per garantirsi la sicurezza. Siamo rimasti bloccati nel traffico quasi il tempo che ci abbiamo messo per arrivare qui da Dubai. Anche perchè le strade sono invase, come vedete, da mezzi pesantucci. Non fa molto freddo, pensavo peggio. Naturalmente il primo afghano che ho visto è stato Shafique: felicissimo del mio ritorno ma triste, colpa dei problemi che già vi ho raccontato. Adesso sto al sicuro, nel bunker. Un'isola nel dramma di una popolazione sempre più affamata e sempre più impaurita. E' la sesta volta che vengo a Kabul e l'impressione è precisa: ogni volta è peggio, l'atmosfera è sempre più pesante. Dopo sei anni dalla cacciata dei talebani ancora non si può neppure pensare al futuro. Anche perchè, di fatto, i talebani ci sono ancora. Vicinissimi, minacciosi. Quasi allo scoperto. Reportage dall'Afghanistan
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